Cloud Computing: per le imprese è ormai indispensabile
- Redazione IDCERT
- 1 Luglio 2022
Il Cloud è un termine che raccoglie un ampio spettro di servizi accomunati da un aspetto: sono tutti basati sulla capacità dei computer di comunicare tra loro attraverso una rete, sia essa Internet o privata. Grazie alla diffusione del web oggi è possibile sfruttare l’incredibile potenza di computer sparsi per il globo per eseguire programmi, archiviare dati o effettuare calcoli complessi.
In questo articolo spiegheremo che cos’è il cloud, di come si può sfruttare per fare impresa, e il ruolo dell’Unione Europea nella diffusione di questa tecnologia tra le PMI.
Cos'è il cloud? Quali tipi di cloud esistono?
Il termine “cloud” nasce da un vecchio slang risalente agli albori di Internet. Allora si usava rappresentare tutto ciò che era esterno al proprio pc all’interno di una nuvola, fossero essi server, infrastrutture, o altro. Col tempo, con la diffusione di software e strumenti gestibili in remoto, si diffuse l’espressione “spostare al cloud”. In breve, divenne sempre più comune “delegare” a computer esterni al proprio una serie di compiti, come dei calcoli complessi, o l’archiviazione di dati per la consultazione da altri apparecchi, e tanto altro.
Oggi il cloud è un grande insieme di tecnologie diversissime tra loro, ma resta sempre fondamentale il fatto che si acceda ai “server”, i computer costruiti appositamente per i servizi suddetti, tramite i “client”, i dispositivi personali che possono essere anche non molto potenti. Oggi tramite un semplice browser è possibile eseguire applicazioni la cui complessità è semplicemente impossibile da gestire con i personal computer diffusi per l’uso comune.
Per capire meglio l’enorme complessità delle tecnologie definibili come cloud, è conveniente fare una distinzione breve ma efficace tra i vari tipi ad oggi disponibili.
I vari tipi di cloud oggi disponibili
A seconda di cosa si richiede che un servizio di cloud faccia per l’utente che ne fa uso, è possibile definire tre tipi fondamentali di servizio.
Infrastructure as a Service
Abbreviato in IaaS, l’Infrastruttura come Servizio mette a disposizione dell’utente l’infrastruttura informatica per installarvi o eseguire diversi programmi e funzionalità. È paragonabile a prendere in affitto un immobile da arredare secondo le proprie esigenze. In genere è un servizio dedicato a quelle realtà che hanno bisogno di potenze di calcolo particolarmente elevate e alle quali, per motivi economici e di scalabilità, conviene affittare i server piuttosto che costruirne di privati.
Platform as a Service
Abbreviato in PaaS, la Piattaforma come Servizio, oltre a includere l’infrastruttura, mette a disposizione di chi ne fa uso degli strumenti informatici (come le API, Application Programming Interface) e dei sistemi operativi grazie ai quali poter assemblare da sé tutte le applicazioni di cui si ha bisogno.
Software as a Service
Abbreviato in Saas, il Software come Servizio è un modello sempre più diffuso anche tra i cittadini privati. Consiste nell’accedere a un applicativo eseguito completamente su un server remoto, la cui interfaccia viene visualizzata tramite una pagina del browser o un’applicazione.
Differenza tra Cloud pubblico e Privato, Hybrid Cloud e Multi Cloud
Una forma di cloud sempre meno diffusa tra le imprese che non hanno esigenze altamente specifiche è quella privata. Creare l’infrastruttura informatica personale a esclusiva disposizione della propria azienda è diventato un processo sempre meno competitivo rispetto ad affidarsi a cloud pubblici, con l’eccezione di particolari esigenze di sicurezza o di privacy. Un cloud pubblico è gestito da aziende che vendono il servizio standard a un numero ampio di clienti garantendo una maggiore scalabilità (più clienti usano la stessa infrastruttura) e quindi un costo più contenuto.
Alcune imprese, inoltre, fanno uso di entrambe le soluzioni in ciò che viene definito Hybrid Cloud. In questo caso l’infrastruttura privata è in comunicazione con quella pubblica e avviene una suddivisione strategica dei compiti. Infine, in alcuni casi le imprese con particolari esigenze di utilizzo di vari servizi in cloud utilizzano sistemi che li integrano in maniera continuativa, chiamati Multi Cloud.
Aspetti controversi e criticità del cloud
Nonostante il lungo elenco di aspetti positivi del cloud, esistono anche delle criticità che vanno tenute in considerazione quando ci si approccia a questo argomento.
Uno su tutti è il problema della sicurezza informatica, poiché sistemi sempre più complessi espongono il fianco a delle vulnerabilità sfruttabili dai cybercriminali. Spesso questi punti deboli vengono esposti dal comportamento irresponsabile degli utenti stessi che, non adottando strategie di navigazione sicura e consapevole, consentono ai malintenzionati di sfruttare tecniche come il social engineering per violare i sistemi di sicurezza e accedere a dati sensibili.
Altre difficoltà sono emerse in ambito geopolitico. Sebbene Internet sia diffuso a livello globale, i server dei cloud sono pur sempre oggetti fisici che devono trovarsi da qualche parte. La loro ubicazione può comportare delle situazioni a rischio, come per esempio nel caso di nazioni dove la democrazia è debole. C’è sempre il rischio che la continuità del servizio venga compromessa in modo imprevedibile, mettendo in difficoltà le imprese che usano i servizi del cloud tutti i giorni.
Ad ogni modo, prese le dovute precauzioni (come scegliere attentamente la società che offre il servizio in base alle proprie esigenze), le potenzialità del cloud sono tantissime. Vediamone insieme alcune.
Quali sono le applicazioni più diffuse delle tecnologie cloud
Archiviazione remota
Il tipo di servizio di cloud sicuramente più conosciuto da tutti è l’archiviazione remota. Servizi come Google Drive o Microsoft Onedrive consentono ai dipendenti di un’impresa di condividere un archivio dei file utili al flusso di lavoro di tutti potendovi accedere da qualsiasi terminale collegato alla rete.
Cloud computing
Un altro impiego molto sfruttato dalle imprese è la possibilità di usare hardware molto potenti per eseguire calcoli che i computer normali impiegherebbero molto tempo a fare. In questo senso il cloud ha dato una spinta enorme alla diffusione di tecnologie come l’Intelligenza Artificiale, l’analisi dei Big Data, o il Quantum Computing. Sono tutti ambiti dell’informatica che richiedono macchine estremamente potenti per rendere i tempi di calcolo accettabili.
Messaggistica
Un altro modo di utilizzare il cloud è nella messaggistica. Numerose applicazioni di chat dedicate a privati e imprese usano ormai l’archiviazione delle conversazioni nel cloud, allegati inclusi. Questo sistema è allo stesso modo impiegato nei software di Project Management, che integrano agilmente chat, archiviazione, calendario e attività in un’unica interfaccia collegata al cloud.
CRM
Ancora, i software di gestione della relazione con il cliente, i cosiddetti “Customer Relationship Management” o CRM, sono passati dall’essere installati in reti e computer interni alle aziende a sistemi in cloud. Questo ha reso molto più agile lo sviluppo e l’installazione di aggiornamenti e nuove funzionalità, la protezione dei dati personali attraverso tecnologie di sicurezza inaccessibili alle singole imprese, l’integrazione con altri software di marketing e comunicazione.
Virtualmente, per ogni esigenza digitale delle imprese, esiste già una soluzione che implementa tecnologie in cloud per soddisfarla. Non sorprende, quindi, che l’Unione Europea consideri questo strumento di importanza strategica per la rivoluzione digitale. Ma cosa sta facendo esattamente l’Europa per sfruttare il cloud?
Il cloud nel contesto del decennio Digitale Europeo
Abbiamo già parlato in precedenza dell’iniziativa dell’UE per accelerare lo sviluppo delle tecnologie informatiche nei paesi membri. Il Decennio Digitale Europeo, che si concluderà nel 2030, ha molti obiettivi ambiziosi dedicati a cittadini, enti pubblici e imprese.
È stato introdotto il concetto di Bussola per il Digitale, quattro direzioni chiare che le istituzioni europee vogliono seguire per digitalizzare il Vecchio Continente. Uno di essi è orientato verso la trasformazione digitale delle imprese. Insieme all’accesso e allo sfruttamento dei Big Data, l’Europa sta introducendo dei progetti di sviluppo per accompagnare almeno tre quarti delle imprese europee all’utilizzo del cloud.
E in Italia?
Nel nostro Paese c’è ancora molto da fare per la digitalizzazione. Secondo uno studio di Deloitte commissionato da Vodafone, solo il 38% delle imprese italiane utilizza tecnologie di cloud computing. Una percentuale molto bassa rispetto all’obiettivo del 75% entro fine decennio prevista dall’UE.
A contribuire a questo rallentamento sono una scarsa diffusione della banda ultra-larga e la mancanza di circa 1.84 milioni di specialisti ICT. Ne consegue che anche per le aziende assicurarsi l’assunzione di queste figure professionali per “sottrarle” alla concorrenza.
Gli EDIH, i Poli Europei di Innovazione Digitale
Per facilitare la trasformazione digitale delle imprese, inclusa la diffusione del cloud, l’Unione Europea ha istituito gli European Digital Innovation Hubs (EDIH).
Il compito di questi Poli è accompagnare istituzioni e imprese verso la digitalizzazione dei processi produttivi e gestionali, offrendo consulenza tecnica e finanziaria, formazione del personale e implementazione dei sistemi informatici più impattanti.
Attualmente sono in corso delle selezioni di imprese capaci di soddisfare i requisiti necessari a svolgere il ruolo di EDIH. Le aziende che supereranno la selezione otterranno finanziamenti sia europei che dagli Stati Membri in cui hanno sede per sviluppare i progetti richiesti dall’Unione.
Per concludere
L’Unione Europea, con le sue iniziative per la trasformazione digitale, sta creando numerosissime opportunità di lavoro e di business per i cittadini e le imprese.
Sfruttare questa tendenza in crescita è di importanza strategica per tutti. Proprio per questo, IDCERT produce Corsi Online con Certificazione Informatica, utili per acquisire le Competenze Digitali ed accedere preparati al mondo del lavoro.
Il Cloud, l’Intelligenza Artificiale e il Coding sono tra le competenze più richieste dal mondo del lavoro e sono tra gli obiettivi europei del 2030.
Dunque, consigliamo sempre di aggiornare le proprie abilità digitali per poter potenziare il proprio CV Europass e adeguarsi alla Transizione Digitale in atto.