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Competenze digitali: nasce la Prassi di Riferimento nazionale che cambierà il volto dell’Italia digitale
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Competenze digitali: nasce la Prassi di Riferimento nazionale che cambierà il volto dell’Italia digitale

Colmare il divario digitale: una priorità per il Paese
Competenze digitali: nasce la Prassi di Riferimento nazionale che cambierà il volto dell’Italia digitale

Andria, 23 luglio 2025 – Le grandi trasformazioni nazionali non nascono solo dai manifesti, ma dalle infrastrutture normative che le rendono possibili. Per le competenze digitali, quella infrastruttura prende forma oggi. Il 23 luglio 2025 è partito ufficialmente presso UNI – Ente Italiano di Normazione il tavolo tecnico per la redazione della nuova Prassi di Riferimento sulle competenze digitali, promosso da Fondazione Italia Digitale e IDCERT. Non si tratta di un documento tecnico tra i tanti, ma di una struttura normativa destinata a ridefinire il modo in cui il Paese certifica, riconosce e valorizza le competenze digitali di cittadini ed educatori.

Oltre il divario: la strada verso un sistema internazionale di certificazione

Come si misura davvero il divario digitale in Italia? E soprattutto: come lo si colma? La risposta non può essere lasciata al caso. Certificare cittadini e la governance scolastica in grado di vivere e lavorare in una società sempre più digitale è una delle sfide centrali per il futuro del Paese. Fino ad oggi, l’assenza di standard condivisi ha frammentato gli sforzi, creando un mosaico di iniziative spesso incomunicabili tra loro. La nuova PdR intende rovesciare questo paradigma, costruendo un quadro tecnico nazionale riconosciuto, trasparente e interoperabile a livello internazionale.

La Prassi definirà:

  • Livelli di competenza digitale chiari e strutturati, coerenti con i framework europei DigComp e DigCompEdu
  • Metodologie di valutazione uniformi, trasparenti e replicabili
  • Indicatori di prestazione oggettivi per misurare progressi individuali e collettivi
  • Requisiti di processo e servizio per enti formatori e certificatori, garantendo qualità e affidabilità

Il tutto in attuazione del Decreto Ministeriale n. 115 del 9 luglio 2024 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e in piena sintonia con la strategia nazionale Repubblica Digitale e gli obiettivi del Digital Decade Policy Programme 2030.

I promotori: standard condivisi per un riconoscimento globale

IDCERT, ente accreditato secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024, e Fondazione Italia Digitale promuovono questa iniziativa portando con sé un patrimonio di rigore metodologico fondato su tre principi cardine che costituiscono la garanzia di qualità riconosciuta a livello globale.

  • Trasparenza: tutti i processi – dall’iscrizione all’esame, dalla valutazione alla gestione dei ricorsi – devono essere pubblici, chiari e documentati. Nessuna arbitrarietà, massima accessibilità. Ogni passaggio è tracciabile, ogni criterio è esplicitato, ogni decisione è motivata.
  • Imparzialità: le decisioni sono prese in modo indipendente, senza conflitti d’interesse. Un Comitato per la Salvaguardia dell’Imparzialità vigila su ogni pressione interna o esterna, garantendo che il giudizio sia sempre basato esclusivamente sul merito e sulle evidenze oggettive.
  • Competenza: valutatori, esaminatori e responsabili di schema possiedono qualifiche e formazione certificate, operando su standard riconosciuti e validati. Non si improvvisa: chi valuta deve dimostrare di saper valutare.

Questi tre pilastri fanno sì che la certificazione rilasciata sia riconosciuta non solo in Italia, ma in oltre 70 Paesi attraverso gli accordi di mutuo riconoscimento EA/IAF/ILAC. Un titolo interoperabile, spendibile nel mondo, che aiuta il sistema Paese a competere su scala globale senza barriere o discriminazioni. Quando un cittadino italiano ottiene una certificazione accreditata secondo questi standard, quella certificazione parla una lingua universale: viene compresa, riconosciuta e accettata da Tokyo a San Francisco, da Berlino a Sidney.

È su questa base di affidabilità internazionale – la stessa che sorregge il commercio globale, la cooperazione tecnica e il riconoscimento professionale transnazionale – che si costruisce la nuova Prassi di Riferimento. Un sistema che guarda all’Europa e al mondo, ma che parla italiano.  Un sistema che guarda all’Europa e al mondo, ma che parla italiano. Un sistema allineato agli obiettivi della strategia nazionale, alle iniziative di Syllabus PA e al programma Repubblica Digitale, che fanno della formazione e della certificazione delle competenze digitali uno strumento di inclusione, crescita e coesione sociale.

Una scelta strategica per l’Italia

La decisione di elaborare una Prassi di Riferimento nazionale risponde a un’urgenza che il Paese non può più rimandare.

In un contesto dove l’innovazione corre più veloce delle norme, serviva uno strumento capace di anticipare il cambiamento senza attendere i tempi lunghi della legislazione ordinaria

La PdR rappresenta questo strumento: un riferimento tecnico riconosciuto, condiviso tra istituzioni pubbliche e attori privati, in grado di dare ordine e direzione a un settore ancora privo di standard uniformi.

Il lavoro congiunto di UNI, Fondazione Italia Digitale e IDCERT non è casuale: nasce dalla consapevolezza che per trasformare il Paese serve un linguaggio comune, capace di parlare a ministeri, regioni, enti di certificazione, imprese e pubbliche amministrazioni. 

Un linguaggio che permetta di citare la Prassi nei decreti attuativi, di inserirla nei bandi pubblici, di renderla spendibile nei sistemi di qualificazione professionale. In altre parole: di trasformare un’indicazione tecnica in uno strumento di policy.

Chi partecipa alla costruzione di questo riferimento non si limita a descrivere il presente, ma contribuisce a dar forma alle regole del futuro.

Un lavoro congiunto che mira a creare un linguaggio comune per valutare, riconoscere e potenziare le competenze digitali in Italia.

Un tavolo aperto: il Paese si riunisce attorno alle competenze

Il tavolo UNI è pubblico e partecipativo, presieduto da Simone Aldo Buonporto, CEO di IDCERT. Tra i soggetti rappresentati: Accredia, DINTEC, Unioncamere, UNINFO, CISL Scuola, Ministero dell’Istruzione e del Merito, All Digital, EGInA, UNI, Intertek, Assotic oltre ai promotori Fondazione Italia Digitale e IDCERT. Una composizione che garantisce un approccio multidisciplinare, capace di integrare prospettive istituzionali, tecniche, sindacali e sociali.

“Questa iniziativa rappresenta un passo decisivo per dotare l’Italia di un riferimento tecnico condiviso sulle competenze digitali, necessario per attuare politiche pubbliche efficaci e costruire un sistema di certificazione solido e riconosciuto,” ha dichiarato Simone Aldo Buonporto, Presidente IDCERT.

“Fondazione Italia Digitale crede in un approccio sistemico e partecipativo, capace di unire istituzioni, imprese e società civile. La PdR è un tassello fondamentale per garantire standard condivisi e accelerare la trasformazione digitale del Paese,” ha affermato Francesco Di Costanzo il Presidente della Fondazione Italia Digitale

Parlare digitale è un diritto: verso una società inclusiva

La nuova Prassi si ispira ai framework europei DigComp (per i cittadini) e DigCompEdu (per i professionisti dell’educazione), fornendo linee guida comuni per interpretare, sviluppare e misurare le competenze digitali in modo coerente e riconosciuto a livello europeo.

L’obiettivo finale è ambizioso ma necessario: creare un ecosistema formativo più trasparente, inclusivo e allineato agli standard europei, dove “parlare digitale” diventa un diritto per tutti. Non più frammentazione, ma un linguaggio comune per valutare, riconoscere e potenziare le competenze digitali in Italia.

Un’infrastruttura per il futuro

I lavori si concluderanno entro dicembre 2025. Quello che nascerà non sarà solo un documento, ma un’infrastruttura normativa al servizio della crescita individuale e collettiva. Un sistema capace di rendere più trasparenti i percorsi di qualificazione, più solide le politiche pubbliche, più competitivo il Paese.

Dalle prassi alle politiche: costruire insieme il futuro digitale dell’Italia. Con standard nazionali e visione europea.


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