Google Gemini e l’Apprendimento Guidato: Dalla Risposta alla Comprensione
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Redazione IDCERT
Con l’inizio dell’anno scolastico 2025, Google ha presentato una funzionalità che ridefinisce il ruolo dell’intelligenza artificiale nell’educazione. Si chiama Guided Learning ed è integrata nell’app Gemini: non più un semplice motore di risposte immediate, ma un compagno di studio che accompagna studenti e docenti attraverso un percorso di comprensione profonda.
L’iniziativa nasce da una collaborazione pluriennale con educatori, neuroscienziati e scienziati cognitivi. Il risultato è LearnLM, una famiglia di modelli specificamente progettati per l’apprendimento, che ora alimenta questa nuova modalità. L’approccio si distacca nettamente dalla logica del “chiedi e ottieni”: Guided Learning scompone i problemi in passaggi gestibili, pone domande stimolanti e adatta le spiegazioni alle esigenze individuali, seguendo i principi della metodologia socratica.
Il metodo: domande invece di risposte
Un esempio concreto chiarisce il funzionamento. Uno studente alle prese con la Rivoluzione francese non riceve una sintesi preconfezionata, ma viene guidato attraverso una serie di domande: “Perché i contadini erano insoddisfatti alla fine del Settecento?”. Se la risposta è incompleta, Gemini propone un’immagine della struttura sociale dell’epoca o una breve spiegazione, per poi proseguire: “Cosa succede quando una parte della popolazione ha pochi diritti ma molte tasse?”. Il dialogo costruisce gradualmente un quadro storico completo, calibrato sul livello di preparazione dello studente.
La piattaforma integra automaticamente immagini, diagrammi e video di YouTube nelle risposte, arricchendo l’esperienza formativa. Gli studenti possono caricare i propri materiali didattici e chiedere a Gemini di pianificare le sezioni di una ricerca, generare flashcard personalizzate o creare guide di studio mirate.
Strumenti per docenti e studenti
I docenti possono formulare richieste specifiche come: “Sei un educatore scientifico. Crea una lezione per studenti di seconda superiore sulla struttura del DNA, con attività di laboratorio e un esercizio basato sul modello claim-evidence-reasoning”. Google ha facilitato l’integrazione nelle classi creando un link dedicato che gli insegnanti possono condividere direttamente su Google Classroom.
Per gli studenti maggiorenni di Stati Uniti, Giappone, Indonesia, Corea e Brasile, è disponibile un anno di accesso gratuito al piano AI Pro, che include strumenti avanzati come Gemini 2.5 Pro, NotebookLM e Deep Research.
I numeri dell’intelligenza artificiale a scuola
I dati testimoniano un interesse crescente verso questi strumenti. In Italia, le ricerche per “AI e scuola” sono quasi raddoppiate negli ultimi dodici mesi, mentre quelle per “AI e università” hanno registrato un aumento del 135 per cento tra giugno e agosto 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’interesse si estende alle discipline specifiche: più 250 per cento per “AI e chimica”, più 120 per cento per “AI e lingue”, più 90 per cento per “AI e matematica”. E un dato colpisce particolarmente: le ricerche di “AI per compiti” hanno segnato un incremento del 460 per cento.
Una ricerca su settemila adolescenti europei rivela che oltre due terzi di loro utilizzano già strumenti di intelligenza artificiale per studiare almeno una volta alla settimana.
La sfida dell’autonomia intellettuale
Il lancio di Guided Learning si inserisce in un contesto competitivo. OpenAI ha recentemente presentato una modalità studio per ChatGPT con obiettivi simili. Entrambe le aziende stanno rispondendo a una duplice esigenza: da un lato, le preoccupazioni riguardo all’uso passivo dell’intelligenza artificiale nell’istruzione; dall’altro, la necessità di trasformare i chatbot in strumenti che promuovano il pensiero critico piuttosto che la mera acquisizione di risposte.
Come sottolinea Nupur Jain, product manager di Guided Learning: “L’idea è aiutare a imparare, non solo fornire la risposta. Sapere come arrivare a una soluzione è più importante della soluzione stessa”. Google ha investito un miliardo di dollari nell’intelligenza artificiale per l’istruzione negli Stati Uniti e riconosce che il percorso è di “immensa possibilità e responsabilità condivisa”.
Resta da verificare se questi strumenti riusciranno davvero a sviluppare autonomia intellettuale negli studenti o se diventeranno semplicemente scorciatoie più sofisticate. La risposta dipenderà non solo dalla qualità tecnologica, ma anche da come educatori, istituzioni e studenti stessi sceglieranno di integrarli nel processo formativo. Il dialogo con il mondo dell’istruzione, come Google stessa riconosce, sarà determinante per perfezionare questi strumenti e renderli efficaci nel lungo periodo.
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