Digital Markets Act: la soluzione UE all’egemonia delle Big Tech
- Redazione IDCERT
- 10 Giugno 2022
Il Digital Markets Act, la Legge sui Mercati Digitali approvata dal Parlamento Europeo a marzo 2022, è l’iniziativa UE volta a risolvere uno dei maggiori problemi della rete di oggi: il potere quasi incontrastato delle grandi aziende digitali. Ad essa si accompagna la altrettanto importante Legge sui Servizi Digitali, o Digital Services Act che, come vedremo, sancisce il principio secondo cui ciò che è illegale offline deve esserlo anche offline.
In questo articolo riassumeremo tutte le informazioni più importanti per capire come queste due leggi saranno fondamentali nei prossimi anni per garantire agli internauti i diritti fondamentali di privacy, di libertà di scelta e di sicurezza.
Vediamo insieme cosa sono il DMA e il DSA e quali novità comportano.
Cos’è il Digital Markets Act e perché è la legge più importante per i navigatori del web europei
Il Digital Markets Act è la nuova legge europea che ha l’obiettivo di rendere il mercato digitale più equo e contestabile. È stato approvato dal Parlamento e dal Consiglio Europeo il 27 marzo 2022 a seguito di un lungo dibattito politico iniziato a dicembre del 2020. Si prevede che entri in pieno vigore non prima del 2023.
La finalità del DMA è rendere il web uno spazio virtuale dove la competizione tra grandi e piccole imprese sia più alta e regolamentata, al fine di proteggere i cittadini da pratiche scorrette se non direttamente fraudolente. La necessità di questa legge è scaturita dal consolidamento di un potere economico e finanziario di numerose aziende comunemente definite Big Tech.
Esse hanno sfruttato la loro posizione dominante per alterare il mercato e soffocare la concorrenza, stabilendo in numerosi casi dei veri e propri monopoli.
Per inquadrare esattamente quali aziende rientreranno tra quelle più regolamentate dal Digital Markets Act, i legislatori hanno definito la natura delle cosiddette “gatekeeper”.
Cosa sono le aziende gatekeeper
Per capire cosa il DMA intende per gatekeeper risulta utile rifarsi direttamente alla definizione riportata all’interno della legge.
Si definisce “gatekeeper” un’impresa che opera nel mercato digitale e che offre servizi di web browser, social network o messaggistica, che abbia una capitalizzazione superiore ai 75 miliardi di €, un indice di rotazione dell’attivo di almeno 7,5 miliardi di €, più di 45 milioni di utenti mensili in Unione Europea e 10.000 clienti business annuali.
Gatekeeper è una parola inglese traducibile letteralmente con “guardiano dell’ingresso”. In questo particolare contesto si riferisce a quelle aziende la cui grandezza consente loro di controllare più o meno attivamente quali e quante piccole imprese possano operare attivamente sul web, fungendo di fatto da filtro tra quest’ultime e gli utenti. Per capire meglio cosa ciò significa facciamo degli esempi con due tra i più celebri gatekeeper attualmente attivi, Alphabet (precedentemente Google) e Meta (ex Facebook).
Un esempio concreto per capire il concetto di azienda gatekeeper
Immaginiamo che tu voglia consultare i Corsi con certificazione IDCERT. È altamente probabile che tu lo faccia attraverso uno smartphone con sistema operativo Android (67% degli utenti, sviluppato da Google) o dal browser Chrome (59,66% degli utenti, ancora Google) facendo una breve ricerca… sul motore di ricerca Google.
O, in alternativa, per essere aggiornato hai messo mi piace alla nostra Pagina Facebook (il social network conta 307 milioni di utenti attivi quotidianamente in Europa, una quota pari all’83,25% degli utenti).
Queste due aziende, operando di fatto in un regime di quasi monopolio, hanno il potere di controllare in che modo tu possa interagire con i nostri contenuti, per esempio decidendo l’ordine di comparsa nella prima pagina di risultati di ricerca, o controllando a quante persone sarà mostrato un nostro post nel feed principale del social network. Tale capacità ha reso negli ultimi anni sempre più ricche e potenti aziende come queste e sempre più esposti al rischio di essere manipolati o di perdere il controllo dei propri dati i cittadini europei.
Altre celebri aziende che rientrano nella definizione di gatekeeper sono Amazon, Apple e Microsoft. Come intende l’Europa arginare la crescita smisurata di questi colossi digitali?
Quali sono le soluzioni proposte dal Digital Markets Act
Il Digital Markets Act introduce nuove regole che cambieranno il gioco favorendo gli utenti e dando nuove possibilità di crescita alle piccole e medie imprese del digitale. Per esempio, impedirà a queste aziende di preinstallare software chiave come app e browser, per facilitare la scelta di alternative agli utenti. Inoltre, richiederà ai proprietari di applicazioni di social network e di messaggistica di garantire l’interoperabilità con altre app concorrenti.
Ancora, il DMA impedirà ai gatekeeper di sfruttare la loro posizione dominante per favorire i propri prodotti a scapito della concorrenza, di scoraggiare l’accesso a sistemi di pagamento diversi dai propri, di sfruttare in maniera fraudolenta i dati personali raccolti per esempio usandoli in modo diverso dal consenso ricevuto dagli utenti o vendendoli a venditori di terze parti se non espressamente specificato.
Un’altra novità che scuoterà il mercato delle app consiste nel garantire che gli sviluppatori di software possano vendere o distribuire le loro applicazioni o acquisti in-app attraverso canali diversi dagli store ufficiali dei gatekeeper.
Quali sono le sanzioni previste per chi viola il DMA
Le aziende che violeranno le regole imposte dal Digital Markets Act andranno incontro a sanzioni sempre più ingenti in caso di violazioni ripetute. Potranno incorrere in multe fino al 10% del loro fatturato mondiale. In caso di violazioni ripetute tale multa potrebbe salire fino al 20%, oltre a un massimo del 5% del fatturato medio giornaliero in caso di mora. Infine, nel caso di reiterazione o di violazione sistematica degli obblighi, i gatekeeper potrebbero essere sottoposti a misure straordinarie di carattere non finanziario, come per esempio l’impossibilità di acquisire nuove aziende, o l’obbligo di vendere o scorporare alcune parti dell’azienda.
Come già anticipato precedentemente, l’iter di approvazione del DMA è stato accompagnato di pari passo a quello di un’altra legge, il Digital Services Act, o Legge sui Servizi Digitali, che si propone di risolvere un altro problema. Vediamo quale.
Qual è la differenza con il Digital Services Act?
Anche per questa legge è utile andare a consultare la definizione ufficiale riportata in un comunicato stampa del Consiglio Europeo.
La legge sui servizi digitali, che consente di sancire il principio secondo cui ciò che è illegale offline deve esserlo anche online, mira a proteggere lo spazio digitale dalla diffusione di beni, contenuti e servizi illegali e a garantire la protezione dei diritti fondamentali degli utenti.
Il DSA obbliga le aziende che gestiscono i mercati online a operare controlli più stringenti sui venditori che offrono i propri prodotti sulle piattaforme di queste aziende. La Commissione Europea istituirà un ente supervisore che guiderà gli interessati attraverso un processo di analisi che riduca o azzeri i rischi di:
- Diffusione di contenuti illegali
- Effetti negativi sui diritti fondamentali come la libertà di espressione e di informazione
- manipolazione dei loro servizi a scapito dei processi democratici e della sicurezza pubblica
- effetti negativi in relazione alla violenza di genere e alla protezione dei minori e gravi conseguenze sulla salute fisica o mentale degli utenti
Oltre a queste importanti novità, il DSA agirà anche in altri aspetti minori ma comunque interessanti.
Altre novità introdotte dal DSA
Il Digital Services Act introdurrà altre norme in merito alla regolamentazione di interfacce fuorvianti, alla riforma dei sistemi di raccomandazione dei contenuti che non preveda la necessariamente la profilazione degli utenti, un nuovo meccanismo di gestioni delle crisi (introdotto a seguito degli sviluppi riguardante l’attuale conflitto russo-ucraino), e un miglioramento della tutela dei diritti dei minori online.
Similmente al DMA, il DSA porrà su due piani diversi le Big Tech e le piccole e medie imprese, sottoponendo le prime a controlli e sanzioni più severe. Infatti, le nuove start-up nate in seno all’Unione, che abbiano meno di 45 milioni di utenti attivi al mese, sono esentate da alcuni di questi obblighi.
Gli aspetti critici e le sfide che il Digital Markets Act dovrà affrontare
Come era intuibile, l’approvazione di questa legge ha sollevato un polverone, specialmente riguardo al fatto che i principali interessati da queste norme sono grosse multinazionali statunitensi.
Immancabili le risposte di Google e Apple. Un portavoce dell’azienda di Mountain View ha dichiarato a Fortune di essere “preoccupato che alcune di queste regole possano ridurre l’innovazione e la scelta disponibile agli europei”. Similmente, da Apple commentano che “restiamo preoccupati che alcuni aspetti del Digital Markets Act possano creare inutili vulnerabilità di privacy e sicurezza per i nostri utenti, mentre altri ci impediranno di addebitare le spese per la proprietà intellettuale in cui investiamo molto”. (Fonte: Fortune).
Il DMA non dovrà solo tener conto dell’enorme pressione che questi ed altri colossi eserciteranno sulla Commissione per provare a mantenere lo status quo. La difficoltà maggiore emergerà nel momento in cui andrà creato l’organo di controllo che si occuperà di far rispettare le regole. Non solo, sarà importante che esso collabori proattivamente con altri enti di vigilanza, come il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati, vista l’imprescindibile correlazione tra i due ambiti del digitale. Coordinare l’attività di sorveglianza con l’attività delle agenzie dei singoli Stati, garantire un’efficace comunicazione tra i vari organi competenti, e soprattutto fornire linee guida chiare e precise su come identificare le violazioni e stabilire l’entità di esse, saranno le sfide maggiori che l’Unione Europea dovrà affrontare.
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In conclusione
Come cittadini europei non possiamo che essere contenti che l’Unione Europea stia investendo così tante risorse per garantire il nostro diritto di una rete equa e profittevole per tutti.
Il DMA e il DSA comporteranno importanti novità nel nostro modo di fruire i contenuti su internet; perciò, risulta difficile prevedere esattamente come essi rivoluzioneranno le interfacce e le esperienze utente dei prodotti delle Big Tech che usiamo ogni giorno. Ciò che noi possiamo fare è aggiornarci costantemente sul mondo del digitale che oggigiorno è sempre più fondamentale nelle nostre vite. Per farci trovare pronti quando il terremoto che sta per arrivare scuoterà la nostra esperienza sul web.